Attenzione: Per coloro che sono alla ricerca delle agevolazioni aggiornate per lavorare in proprio consigliamo di leggere l'articolo sul regime forfettario 2016.
L'articolo sul regime dei minimi resta pubblicato per ragioni storiche.
Il regime dei minimi, o "de minimis" è un regime fiscale agevolato di cui può usufruire una certa categoria di titolari della Partita IVA.
Nello specifico, è il regime fiscale pensato per i lavoratori autonomi o per le ditte individuali il cui titolare ha meno di 35 anni e non ha un reddito di più di 31.000 Euro all'anno.
La prima differenza fondamentale fra questo regime fiscale e quello detto di contabilità ordinaria, consiste nella percentuale di tasse che si andranno a pagare allo stato. Chi si avvantaggia del regime fiscale agevolato paga, infatti, il 33% di tasse rispetto al 51% che grava su chi non rientra in questa categoria, per il quale, infatti, l'Irpef si applica al 23%. Tale 33% di tasse è dato dal 5% dell'Irpef, ossia l'imposta sui redditi veri e propri, e dal 28% che si deve versare all'INPS, ossia all'Istituto Nazionale della Previdenza sociale, che sono entrambi obbligatori.
Tale percentuale del 33% si calcola dopo aver detratto dalla dichiarazione dei redditi le spese inerenti alla propria attività, che non possono ad ogni modo superare i 15.000 Euro.
Un altro vantaggio che riguarda questo regime fiscale agevolato consiste nel fatto che, anche se la sua durata è limitata ai cinque anni, può essere continuamente rinnovato fino al raggiungimento del limite di età.
Il primo e abbastanza ovvio requisito che è necessario rispettare per potersi avvantaggiare di questo regime fiscale consiste nel fatto che l'attività per la quale è stata richiesta la Partita IVA dev'essere svolta in proprio. Ciò significa che il titolare di Partita IVA non può nemmeno avvalersi di una collaborazione esterna a pagamento. Inoltre, se si è svolto un certo lavoro come dipendente, l'attività per la quale è stata fatta richiesta di Partita IVA non può assolutamente essere, di fatto, la continuazione dell'attività svolta in precedenza.
Il secondo requisito riguarda il fatto che il lavoratore autonomo o la ditta individuale del possessore di Partita IVA devono avere la residenza o la sede sul territorio Italiano. In altri termini, non è possibile vivere all'estero mentre si svolge l'attività per la quale è stata fatta richiesta della Partita IVA in Italia. È bene ricordare che la Città del Vaticano e la Repubblica di San Marino sono considerati "estero" anche se si trovano entrambi geograficamente sul territorio italiano.
Esistono anche altri requisiti nei quali non andremo ad addentrarci, che riguardano alcuni obblighi relativi all'attività esercitata nei tre anni precedenti a quella per la quale è stata aperta la Partita IVA e al tipo di lavoro che si intende svolgere, che non deve rientrare nei cosiddetti regimi IVA speciali.
Se per qualsiasi motivo anche uno solo dei requisiti obbligatori per usufruire del regime fiscale agevolato dovesse decadere durante lo svolgimento dell'attività per la quale si è aperta la Partita IVA, è necessario comunicarlo immediatamente all'Agenzia delle Entrate, anche se poi la modifica relativa al regime fiscale verrà applicata nell'anno successivo. Ciò è molto importante, perché il passaggio dal regime fiscale agevolato a quello della contabilità ordinaria aumenta le spese che si andranno a sostenere e cambia le regole che bisogna seguire.
Innanzitutto, chi si avvale del regime di contabilità ordinaria è tenuto a compilare i registri contabili del caso con le informazioni relative all'IVA e alle imposte che è tenuto a pagare. A meno che l'attività che è stata avviata non sia proprio uno studio contabile, sarà necessario affidare la compilazione di tali registri a un professionista, cosa che comporta diverse spese, a volte anche notevoli.
Inoltre, chi non rientra nel regime fiscale dei minimi deve effettuare periodicamente la cosiddetta liquidazione dell'IVA, ossia deve versare l'IVA allo stato in base ad alcune scadenze fisse, oltre che presentare annualmente la cosiddetta "Dichiarazione IVA".
Infine, i titolari di Partita IVA in regime di contabilità ordinaria devono anche versare l'IRAP, la quale è un'imposta regionale che si applica sui ricavi anziché sui guadagni.
Una curiosità: se si rientra nel regime dei minimi, bisogna anche indicarlo sulle fatture emesse ai propri clienti insieme al decreto legislativo di riferimento, perché in tal caso non è applicata la cosiddetta ritenuta d'acconto.
A partire dell'inizio del 2015 il regime dei minimi è stato modificato, particolarmente per chi apre una nuova Partita IVA.
E' assolutamente necessario farsi guidare da un esperto per trarre i migliori vantaggi dal nuovo regime.
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