Dal 1° gennaio 2016 ci sono importanti cambiamenti per chi vuole aprire una partita IVA con regime agevolato. La Legge di Stabilità 2016 ha infatti ufficializzato il passaggio dal regime dei minimi (che andrà a scomparire) al regime forfettario. Il regime dei minimi potrà comunque essere mantenuto fino alla naturale scadenza, ovvero al compimento del 35° anno di età del contribuente o scadenza del quinquennio previsto.
Il regime forfettario rappresenta il regime naturale delle persone fisiche che già esercitano un'attività di impresa, arte o professione in forma individuale o che la vogliono iniziare, purché siano in possesso dei requisiti stabiliti dalla Legge e, contestualmente, non incorrano in una delle cause di esclusione.
Ecco nel dettaglio tutte le novità e i cambiamenti previsti per la partita IVA 2016.
Il regime forfettario 2016 non prevede una scadenza legata ad un numero di anni di attività o al raggiungimento di una particolare età anagrafica (non si tratta perciò di un regime agevolato destinato solo ai giovani). La sua applicazione è subordinata solo al verificarsi delle condizioni e al possesso dei requisiti prescritti dalla legge.
Un'ulteriore novità introdotta con riferimento al regime forfettario è la possibilità di associare a tale reddito anche quelli da lavoro dipendente, ma nel rispetto di determinati limiti. I redditi da dipendente o pensionato non devono infatti essere superiori a 30.000 euro, fermo restando ovviamente il rispetto degli altri requisiti di legge previsti.
Si può accedere alla partita IVA con il regime forfettario 2016 alle seguenti condizioni:
Non si può accedere alla partita IVA con il regime forfettario 2016 in presenza delle seguenti condizioni:
La tassazione nel regime forfettario avviene tramite un imposta sostituitva che si calcola moltiplicando l'aliquota al prodotto tra fatturato annuo e coefficiente di redditività . Quest'ultimo varia in base al codice ATECO assegnati al momento di apertura della partita IVA. Il governo ha elevato i limiti di ricavi rispetto a quanto presente nei vecchi regimi in passato.
Imposta = aliquota fiscale x reddito annuo x coefficiente di redditività
Codice attività ATECO |
Settore | Limiti compensi | Coefficiente redditività |
---|---|---|---|
(10 - 11) | Industrie alimentari e delle bevande |
45.000 | 40% |
45 - (da 46.2 a 46.9) - (da 47.1 a 47.7) - 47.9 |
Commercio all'ingrosso e al dettaglio |
50.000 | 40% |
47.81 | Commercio,ambulante e di,prodotti alimentari e bevande |
40.000 | 40% |
47.82 - 47.89 |
Commercio,ambulante di altri,prodotti | 30.000 | 54% |
(41 - 42 - 43) - (68) | Costruzioni e attività immobiliari | 25.000 | 86% |
46.1 | Intermediari del commercio | 25.000 | 62% |
(55 - 56) | Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione |
50.000 | 40% |
(64 - 65 - 66) - (69 - 70 - 71 - 72 - 73 - 74 - 75) - (85) - (86 - 87 - 88) |
Attività professionali, scientifiche, tecniche, sanitarie, di istruzione, servizi finanziari ed assicurativi |
30.000 | 78% |
(01 - 02 - 03) - (05 - 06 - 07 - 08 - 09) - (12 - 13 - 14 - 15 - 16 - 17 - 18 - 19 - 20 - 21 - 22 - 23 - 24 - 25 - 26 - 27 - 28 - 29 - 30 - 31 -32 - 33) - (35) - (36 - 37 - 38 - 39) - (49 - 50 - 51 - 52 - 53) - (58 - 59 - 60 - 61 - 62 - 63) - (77 - 78 - 79 - 80 - 81 - 82) - (84) - (90 - 91 - 92 - 93) - (94 - 95 - 96) - (97 - 98) - (99) |
Altre attività economiche |
30.000 | 67% |
Il regime forfettario 2016 gode di un particolare regime di tassazione e viene calcolato come segue:
Chi aderisce al regime forfettario, grazie all'imposta sostitutiva, è assolto dal pagamento di IRPEF e IVA.
Un commerciante di alimentari al primo anno di attività ha avuto un reddito di 45.000 euro
aliquota imposta sostitutiva: 5%;
coefficiente di redditività: 40%;
5% x 45.000 x 40% | 0,05 x 45.000 x 0,4 = 900 euro.
Per quanto riguarda i contribuiti previdenziali, invece, è necessario delineare due profili distinti.
Per i contribuenti forfetari iscritti alla gestione separata dell'INPS l'aliquota è confermata al 27,72% anche per il 2016. Questi ultimi continueranno a liquidare i contributi dovuti (saldo e acconti) applicando al reddito forfettario l'aliquota contributiva del 27,72% e dovranno versarli alle stesse scadenze previste per le imposte sul reddito. Non sono quindi previsti minimali, ma si paga a consuntivo.
I contribuenti esercenti attività d'impresa forfetari (commercianti o artigiani) possono decidere di adottare un regime INPS agevolato che prevede il minimale ridotto del 35%, da pagare in rate trimestrali. La comunicazione per la riduzione dei contributi INPS per le partite IVA nel regime forfettario deve essere ripetuta entro il 28 febbraio di ogni anno.
Innanzitutto ricordiamo che i costi per aprire la partita IVA sono praticamente nulli. Vale però la pena riflettere su quale opzione preferire, visto che l'alternativa per i titolari di partita IVA 2016 è tra:
Sempre per quanto riguarda il regime ordinario, gli artigiani e i commercianti iscritti alla gestione IVS dell'INPS devono versare contributi trimestrali fissi sul minimale pari ad euro 3.600. Per coloro che adottano il regime forfettario è invece possibile usufruire di uno sconto contributivo pari al 35%; in tal caso, però, la scelta potrebbe essere meno vantaggiosa nel lungo periodo, per fini pensionistici.
Per finire, nel regime forfettario i costi dei professionisti sono stimati al 22%, quindi conviene sceglierlo solo quando i costi sono inferiori a questa cifra.
Considerando i costi fissi e le tasse da pagare quando si apre una partita IVA con regime ordinario, è in realtà quasi "necessario" avere dei costi da poter scaricare, perché le tasse si calcolano su ciò che resta dopo aver detratto tali spese. Questo non avviene per il regime forfettario 2016, dato che offre già agevolazioni per quanto riguarda la tassazione: l'imponibile viene infatti calcolato tramite l'applicazione dei coefficienti di redditività al fatturato.
Di conseguenza, chi aderisce al regime forfettario non può godere delle detrazioni fiscali sulle spese mediche, di istruzione, mutuo, veterinarie, di assicurazione o di ristrutturazione, come accade per il regime ordinario. Questo proprio perché non è soggetto ad Irpef, ma all'aliquota sostitutiva.
Per tutti questi motivi, conviene ponderare molto bene la decisione eventuale di mettersi in proprio e cercare di prevedere in partenza quali potranno essere i propri ricavi.
Abbiamo visto come il regime forfettario possa offrire grandi vantaggi in termini di spese per la gestione della partita IVA. Tuttavia la Legge stabilisce che il regime forfettario cessa di avere efficacia a partire dall'anno successivo a quello in cui viene meno anche solo uno dei requisiti di accesso, come ad esempio il limite di ricavi/fatturato. Sarà quindi necessario passare al regime ordinario che prevede l'applicazione dell'IVA in fattura. Per i possessori di una partita IVA ordinaria bisogna determinare il reddito sottraendo ai ricavi i costi, purché siano deducibili. Ricordiamo anche l'obbligo dei registri contabili, l'assoggettamento agli studi di settore e l'IRPEF con aliquote progressive per scaglioni.
Coloro che aderiscono al regime forfettario 2016 dovranno pagare il bollo sulle fatture, se di importo superiore ad euro 77,47. L'imposta è pagabile comprando un contrassegno telematico, (ex marca da bollo, da 2 euro o attraverso il bollo virtuale su fattura elettronica) è obbligatorio dal momento che si tratta di operazioni non sono soggette ad IVA.
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