I lavoratori autonomi con un reddito superiore ai 5.000 Euro che sono obbligati ad aprire la Partita IVA possono farlo in diversi modi.
La prassi è la stessa per tutti e consiste nel presentare all'Agenzia delle Entrate un modulo con il quale si comunica di avere intrapreso un’attività come lavoratori autonomi. Tale modulo va presentato entro trenta giorni dall’inizio dell’attività per la quale si richiede la Partita IVA.
Il modulo presentato dalle imprese individuali non è lo stesso di quello che devono presentare all'Agenzia delle Entrate le società che rientrano nel regime di contabilità ordinaria.
Il metodo più classico per presentare il modulo per ottenere la Partita IVA consiste nel recarsi fisicamente presso l'ufficio apposito dell'Agenzia delle Entrate, ricordandosi di avere con se un documento di identità. Se però non si è in grado consegnare il modulo di persona non bisogna preoccuparsi, perché esistono altri metodi per presentare la richiesta per ottenere la Partita IVA.
Il primo metodo "alternativo" consiste nell'inviare una raccomandata A/R alla quale, oltre al modulo compilato in ogni sua parte, è necessario allegare la fotocopia di un documento di identità in corso di validità.
Il secondo metodo è sempre più utilizzato e consiste nel presentare la domanda tramite internet. Infatti, dal sito web dell'Agenzia delle Entrate si può scaricare il modulo che è possibile compilare e inviare direttamente dal proprio computer tramite una casella di posta certificata (PEC) e dopo averlo firmato digitalmente.
Il secondo e il terzo metodo possono avere, però, uno svantaggio. La presentazione della Partita IVA comporta, infatti, la scelta del cosiddetto codice ATECO, ossia del codice specifico per l'attività che si decide di intraprendere. Bisogna, inoltre, scegliere il regime fiscale al quale si desidera aderire, che può essere agevolato o ordinario.
Presentando la domanda tramite raccomandata o internet non si possono fare errori, mentre recandosi di persona a consegnare la domanda per ottenere la Partita IVA di persona si ha l'indiscusso vantaggio di poter interagire con un impiegato che, nella maggior parte dei casi, può aiutarci a fare la scelta giusta.
Se, però, si hanno le idee chiare sul tipo di regime fiscale e sul codice esatto della nostra attività, inviare una raccomandata o usare il computer di casa possono evitarci lunghe file all'ufficio dell'Agenzia delle Entrate.
Anche se si aderisce al regime fiscale agevolato che consente di pagare l'Irpef con un'aliquota del 5% anziché del 20%, i titolari di Partita IVA non iscritti all'albo professionale sono comunque tenuti a pagare contributi mensili alla previdenza sociale, ossia all'INPS, che ammontano a più del 20% dei redditi, oltre che ad assicurarsi all'Inail.
Un'altra imposta che grava sui titolari di Partita IVA è l'IRAP, ossia l'Imposta Regionale sulle Attività Produttive. Anche se la Partita IVA consente di dedurre i costi dei beni necessari per lo svolgimento della propria attività dalla propria dichiarazione dei redditi, l'IRAP è calcolata sul fatturato, non sui guadagni effettivi.
Se poi si rientra nel cosiddetto regime fiscale di contabilità ordinaria, le spese di mantenimento della Partita IVA aumentano.
Innanzitutto l'aliquota Irpef per le società che rientrano in questa categoria non è più del 5% ma del 20%. Inoltre, la contabilità ordinaria è molto complessa ed è obbligatorio tenere alcuni registri che vanno fatti vidimare, per cui è necessario affidarsi a un commercialista esperto per evitare di fare errori che potrebbero costarci caro in seguito.
Infine, bisogna considerare l'eventuale iscrizione alla Camera di Commercio, che ammonta a 80-100 Euro all'anno.
La Partita IVA, ossia il numero di 11 cifre che si riceve dopo aver presentato l'apposita domanda, resta la stessa anche se durante l'esercizio della propria attività dovesse succedere, ad esempio, di non rientrare più nella categoria dei lavoratori che possono usufruire del regime fiscale agevolato. In tal caso, però è necessario presentare un modulo con tutti i dettagli di ciò che è cambiato entro i trenta giorni dalla modifica in questione. Ciò vale anche, ad esempio, se si cambia indirizzo oppure se si decide di ampliare la propria attività.
In tal caso, è sufficiente inviare una comunicazione all'Agenzia delle Entrate, sempre tramite un apposito modulo e sempre entro trenta giorni dalla cessazione dell'attività.
Anche se la Partita IVA può essere aperta direttamente dall'interessato, è vivamente consigliato farlo fare ad un commercialista. Inanzitutto bisogna conoscere tutte le implicazioni di aprire una Partita IVA; ad esempio l'interessato potrebbe dover pagare €3000 all'anno di INPS anche se non fattura nulla! Chi non ha ancora un commercialista da chi fidarsi può contattare il Servizio Contabile Italiano. Loro possono analizzare il caso specifico e poi mettere la pratica sulla strada giusta, oltre a analizzare tutti i costi a che si viene incontro dopo l'apertura.
Vuoi aprire la Partita IVA o hai bisogno di un commercialista per la tua attività?